Come non odiare Febbraio? Oltre ad essere un mese freddo ed un inutile ponte tra L’inverno e la Primavera, a febbraio – come ogni anno – arriva puntuale, come un vecchio davanti ad un cantiere, il Festival di Sanremo. Un’inutile sequela di pseudo artisti e di vecchi scarti musicali in cerca di una nuova verginità, saranno accolti dal lecchino di turno (che fu Fazio e adesso Carlo Conti) per ammorbarci le orecchie con le loro voci lamentose e testi neomelodici.
Già guardando la lista degli “artisti” – il virgolettato è d’obbligo per la maggior parte di loro – i peli del braccio si drizzano come sequoie millenarie: Clementino, i Dear Jack, Rocco Hunt, Lorenzo Fragola (ma come fai a non trovarti un nome d’arte con questo cognome del cazzo?), Valerio Scanu, Francesca Michielin, sono solo alcuni dei nomi presenti in lista. Roba che di sicuro gli Stadio e Patty Pravo saranno stati convinti a partecipare ed a dividere il palco con queste pseudo-nullità a suon di milioni, non vedo altre motivazioni.
Sta di fatto che ormai il festival è rimasto sostanzialmente orfano di veri artisti.
Gente che ha fatto davvero la storia della musica italiana (nel bene e nel male) e lo è da parecchio tempo ormai. Sentite qua, siamo nel 1970: Nicola Di Bari e i Ricchi e Poveri con “La prima cosa bella”, Adriano Celentano con “Chi non lavora non fa l’amore”, I Camaleonti e Ornella Vanoni con “l’Eternità”, Little Tony e Patty Pravo con “La spada nel cuore” e poi i Dik Dik, Mal, Nada, Gigliola Cinquetti, Tony Renis e Caterina Caselli, potranno piacere poco o tanto, zero o dieci, ma sta di fatto che fossero veri e propri “Artisti” e gente con le contropalle sia dal punto di vista vocale che dal punto di vista dei testi. Adesso invece il festival non è altro che la casa famiglia dei talent show, che poi hanno tanto di “show” e molto poco di “talent” solitamente, dato che vengono quasi sempre votati da massaie annoiate e quattordicenni in botta ormonale e non da persone che di musica ne capisce davvero. Prova ne è che quasi la totalità di essi finiscono nell’oblio dopo solo un disco e quattro comparsate qua e là.
Vogliamo parlare poi dei “superospiti”?
Laura Pausini, Eros Ramazzotti, Nicole Kidman (che non fa un film decente dal 2003), i Pooh che si sono separati ma poi hanno deciso di fare una reunion, perchè si vogliono bene (così come ne vogliono anche al loro conto in banca), Elton John ed Elisa (unici due a rappresentare un qualcosa di sensato dal punto di vista musicale). D’altronde di cosa ci meravigliamo? Siamo passati da De Gregori a Tiziano Ferro, qualcosa di brutto dovevamo pure aspettarcelo.
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