Se diamo uno sguardo all Top 40 inglese, nelle prime 4 posizioni troviamo Justin Bieber al n. 1 con “Sorry”, al n. 2 con “Love yourself”, poi ancora n. 4 con “What do you mean”. Ma Justin non si accontenta: al n. 16 lo ritroviamo con “I’ll show you” e poi al 25 con “Company”, poi al n. 27 “Where are u now”. Non è finita: numero 33 “Mark my words”, poi nuova entrata al n. 38 per “No pressure”. Nove posizioni su 40. In Italia, la classifica download e streaming della FIMI, vede il dominio di Adele e poi Justin Bieber: n. 2 per “What do you mean”, n. 18 per “Love yourself”, n. 32 per “I’ll show you”, n. 35 per “Where are u now”. Anche qui, 4 posizioni su 40. Se controlliamo la chart americana, la situazione non cambia: n. 1 per Adele e poi Bieber, al n. 2, 4, 5, 19, 31, 34, ma anche al 42 e 43.
Justin Bebier non è più il “bimbominkia” di qualche anno fa.
I numeri non lasciano molto spazio alle interpretazioni: Rimangono (ed è evidente) i milioni di fans, da coniugare soprattutto al femminile, ma niente più eccessi, niente immagini shock, niente titoli sui giornali scandalistici.
Il suo quinto album “Purpose”, semplicemente sorprende, a cominciare dall’etichetta che lo produce, la Def Jam.
La casa discografica fondata nel 1984 da Russell Simmons e Jack Rubin, è da sempre specializzata nella diffusione dell’hip hop, che ha lanciato LL Cool J, Beastie Boys, Public Enemy ed ha tra i suoi artisti Rihanna, Jay Z e Kanye West. E poi il team di produttori chiamati a confezionare il nuovo Justin: Skrillex e Diplo, probabilmente i dj più innovatori del momento, che firmano “Where are u now” e “Sorry”, lo stesso Rubin e Kanye West, che danno lo stampo urban che ascoltiamo in “No Pressure” e “We are”, e il tocco funky à la Drake in “No Sense” e “Get used to it”. E infine le collaborazioni, a cominciare da quella con Ed Sheeran, che firma una delle più belle canzoni dell’album, “Love yourself”, che Justin interpreta come lo farebbe il suo autore, ed i duetti con la talentuosa Halsey (quella di “New Americana”) in “The Feeling”, il rapper Nas in “We are”, e Big Sean in “No pressure”.
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